Buon San Petronio, regaz! (e perché San Petronio è un simbolo di libertà e indipendenza)
Son storie che chi nasce a Bologna riceve ogni giorno a colazione con latte e biscotti, ma magari non tutti le sanno quindi le racconto. Anche perché magari tanti oggi credono che San Petronio sia un simbolo religioso tout court e non ne conoscono l'importanza e l'unicità.
Dalla fine dell'Impero Romano all'indipendenza italiana (tipo 1400 anni), Bologna ha avuto principalmente un solo obiettivo: rimanere libera da influenze esterne, in primis quella del vicino Stato Pontificio.
Per questo motivo nel 1253 il Libero Comune di Bologna decise di cambiare il suo santo patrono: da San Pietro (troppo filo-papale) a San Petronio, un antico vescovo di Bologna quasi sconosciuto e di cui fecero scrivere una biografia agiografica (800 anni dopo la sua morte!) praticamente inventata. Questo per poter avere un proprio simbolo religioso indipendente, un patrono civico e “laico”, proprio per questo molto amato dai bolognesi.
Nel 1388 Bologna iniziò a costruire la chiesa perfetta per far arrabbiare i Papi: più grande di San Pietro a Roma, orientata a nord (in direzione opposta a Roma!) anziché a est come da tradizione, finanziata coi propri soldi (e prendendone anche una parte imponendo una tassa al clero), ovviamente dedicata al loro santo personale e nuovo patrono civico San Petronio. I Papi la boicottarono in ogni modo: bocciarono il progetto, ogni volta che ripresero potere in città fermarono i lavori e vendettero i materiali, infine conquistarono Bologna e costruirono un nuovo palazzo (il bellissimo Archiginnasio) proprio lì accanto per fermarne l'espansione. Ancora oggi la chiesa di San Petronio ha sia una struttura incompleta e sia la facciata incompleta, ma anche con la fine dello Stato della Chiesa e l'indipendenza italiana si è scelto di non completarla perché è un simbolo di indipendenza e libertà. Fu consacrata dalla Chiesa solo nel 1954, appena 564 anni dopo l'inizio della sua costruzione... permalosetti!