Bolo-story – Bologna vs Roma parte 4 – Il marketing territoriale fatto bene

Dai che ho mezzoretta di pausa, faccio doppietta e finisco la mini-serie sui fun fact Bologna vs Roma, 4a puntata (le altre si vedono cliccando il flair) vediamo dai downvote se vi siete già stufati. Altro che milanisti che gnolano per la partita rimandata, o con Firenze, o Modena, o la Romagna, la vera rivalità storica di Bologna è questa.

Come saprete, la Chiesa di Santo Stefano fu iniziata nel V secolo da San Petronio (una delle poche cose certe che abbia fatto, vedi sua storia nella puntata 1) sopra ad un vecchio tempio romano di cui fregò le colonne. E fu da subito un'operazione top di marketing territoriale: per gli antichi cristiani il pellegrinaggio ai luoghi sacri a Gerusalemme era considerato molto importante (un po' come tuttora per i musulmani andare a La Mecca), solo che era molto difficile farlo. “Che cos'è il genio? Fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione” (cit). Quella cartola di Petronio (che era stato a Gerusalemme) e successivi costruirono la Gerusalemme al ragù, in modo che i pigri fedeli europei potessero ottenerne i benefici senza troppi sbatti: ecco Santo Stefano.

La seconda chiesa (quella al centro, ottagonale) è un ovvio plagio del Santo Sepolcro di Gerusalemme con tanto di fonte d'acqua “del Giordano” (in realtà è la più modesta Aposa) sotto, il chiostro dietro è il Cortile di Pilato con celebre catino (in realtà longobardo) dove si lavò le mani e statua del gallo di Pietro, appena usciti la Chiesa di San Giovanni in Monte (sulla collinetta a destra) era il nostro Monte Calvario, in una delle chiese si sono invent.. ehm procurati la vera colonna su cui misurarono l'altezza di Gesù (1.70 so you know, al massimo un playmaker oggi ma un pivot per l'epoca) per fargli la croce, la vera colonna scalfita della flagellazione di Gesù (una volta vidi una sgnaura che se la sbaciucchiava, che kink..), abbiam persino un frammento della vera croce di Gesù e una benda della Madonna in persona intrisa di sangue e sudore di Gesù se vi interessa il genere. Tanta roba insomma. E per smentire gli scettici, venne messa pure una scritta (ancora presente) in cui si garantivano 200 anni di indulgenza (cioè anni di purgatorio in meno, mica male..) ogni volta che si visitava Santo Stefano, insomma tarocco ma con l'approvazione d'Iddio, una gran bazza.

Targa dell'indulgenza in Santo Stefano Targa dell'indulgenza in Santo Stefano

Risultato: successone, Santo Stefano fu uno dei monumenti cristiani più famosi d'Italia per tutto il Medioevo, secondo per fama solo a Roma, visitato da tutta Europa specie da quando nel 638 Gerusalemme fu conquistata dagli arabi. Quando poi nel 1307 si diffuse la voce (bravi i marketer, un evergreen) che l'acqua della sua fonte era miracolosa e guariva ogni malattia, boom, pienone proprio per anni, le fonti narrano di un vero overtourism dell'epoca.

Ma la cosa non ci bastava. Attorno al 1400 i bolognesi sotto il pavimento della Chiesa dei Santi Vitale e Agricola (la terza, a sx) trovarono una tomba con scritto “Simone” (il vero nome di San Pietro). Occasione ghiottissima e via ancora di marketing territoriale: iniziarono ad esporla diffondendo la voce che era la vera tomba di San Pietro, a cui subito intitolarono la Chiesa con tanto di sua statua messa davanti! Che gran maragli. La cosa divenne così virale che ancor più pellegrini di prima iniziarono a venire a Bolo. Piccolo problema: la vera tomba di San Pietro è noto essere a Roma (eh, a San Pietro..) dove è morto e non solo i fedeli iniziarono a chiedersi quale fosse quella vera (oddioh, la Santa Chiesa potrebbe averci mentito? Quindi magari ci ha mentito anche su altro?? Ahhh), ma tanti pellegrini si fermavano a Bologna e non andavano più fino a Roma. Damnatio, sia mai!

Il Papa di allora la prese maluccio: lo sento da qua dire “Ancora 'sti bbbolognesi?! Aò, nun se ne può più, 'sti pre-comunisti!”. Ordinò di distruggere la tomba senza fare alcuna indagine (anche se, in effetti, perché mai San Pietro avrebbe dovuto essere sepolto sotto un tempio romano a Bologna?!), sconsacrò la Chiesa dei Santi Vitale e Agricola, dopodiché la fece scoperchiare e riempire di terra (tiè), tant'è che venne riaperta solo 70 anni dopo (ancora oggi se ci andate vedrete che il tetto è chiaramente posticcio). Permalosoni.

La tomba di San Pietro in Santo Stefano La tomba di San Pietro in Santo Stefano

Ricordatevelo la prossima volta che vi indicheranno la cripta sotto San Pietro a Roma, il vero bulgnais bofonchia “Dumaron, movalà, è quella falsa leilì”.

Redditor Anonimo